martedì 21 settembre 2010

san marino


Ciao Giuliano,
oramai non ci sono più parole per esprimere ciò che sta vivendo questo paese.
Vi sono vicino! Ti prego di tenermi informato sugli sviluppi e in futuro come potrò contattarti.
Un grande abbraccio a tutti voi!
Leonardo Casali
San Marino

lunedì 20 settembre 2010

Russkij Mir

Caro TorinoSette (n.d.r. La Stampa),
abbiamo letto con i brividi l'articolo di Giuliano Girelli, Presidente dell'Associazione "Documè", con cui annuncia la chiusura della loro importante attività. Purtroppo concordiamo, parola per parola, con ciò che Girelli ha scritto, e crediamo che la quasi totalità delle associazioni culturali che operano a Torino e dintorni potrebbe sottoscrivere le sue dure e importanti considerazioni.
E' giusto che si conosca il meccanismo perverso dei contributi pubblici con tutto ciò che ne consegue ("Vorremmo fare questa iniziativa, ma non abbiamo i soldi..." - "Va bene, i soldi ve li diamo, però prima dimostrateci che li avete spesi...!!!" ) e l'incomprensibile e diffusa convinzione che le associazioni, in quanto tali, possano (debbano?) lavorare gratis o quasi.

Non potendo fare altro, portiamo a -Documè- tutta la nostra solidarietà e nel contempo ci domandiamo con angoscia quante altre associazioni si troveranno costrette, a breve, a inviare alla vostra redazione lettere con identiche parole (nel novero, ahimè, potremmo esserci anche noi...).
Grazie dell'ospitalità e buon lavoro.
Il Comitato Direttivo dell'Associazione culturale Russkij Mir di Torino

i pugni in faccia

Noi piemontesi siamo grandi incassatori, teniamo tutto dentro, anche i
pugni.
Con la vostra chiusura è stato dato l'ultimo pugno in faccia alla
cultura, adesso dobbiamo far sapere che ci sappiamo rialzare.
Coraggio Documè! io che ti ho vista quando eri ancora un'idea, ad un
tavolo di ristorante a Bardonecchia, non posso che continuare a
crederci, anche adesso, anche se i pugni in faccia fanno un male cane.

Matteo Bellizzi

domenica 19 settembre 2010

Piemonte Movie


Caro Giuliano e tutti voi di Documé,
è con un grande rammarico e dispiacere che leggo della vostra chiusura. Per noi di Piemonte Movie, nonostante le poche collaborazioni avviate insieme in questi anni, siete sempre stati un punto di riferimento. Un esempio di attività culturale partita dal basso con la quale confrontarci. Condivido e sottoscrivo tutte le parole che hai scritto. Anche noi ci troviamo in una situazione simile (ad oggi aspetto il saldo di Piemonte Movie 2009 e non ho ancora la determina per Piemonte Movie 2010, già realizzato. E qui si parla di tagli sul budget 2009 tra il 30 e il 50 per cento. Per pagare i fornitori ho chiesto i soldi a mia madre, che di mestiere fa la bidella. Da questo comprenderai che non ho una ricca famiglia borghese alle spalle, ahimè! Mentre, altra assurdità, ai vertici della politica culturale cittadina e regionale ci ritroviamo buona parte dell’alta borghesia legata alla “casta Fiat” e foraggiata pure con soldi pubblici. Questa è la vera beffa).
 Ho fatto presente agli enti che di questo passo a dicembre deciderò se realizzare o meno l’edizione di marzo 2011. Prima dell’estate, evidenziando alcune delle questioni di cui parli, avevo scritto una lettera pubblica a Torino Sette per chiedere gli Stati Generali della Cultura in Piemonte. Ho ricevuto pochissime adesioni da altre associazioni (e per lo più non pubbliche) e silenzio assoluto da parte degli enti. Clientelismi e personalismi accecano molte associazioni culturali che vedono nella “mors tua vita mea”, non un danno per tutti e per la cultura in generale, ma la possibilità, illusoria, di avere più spazio ed avere un concorrente in meno.
Io resto dell’idea che gli Stati Generali della Cultura siano l’unico mezzo da utliizzare per tentare di rimettere mano ad una politica culturale ormai asfittica. Resto a disposizione per qualsiasi iniziativa che impedisca la vostra chiusura.

A presto
Alessandro Gaido
Piemonte Movie

non è un paese finito

mi dispiace tantissimo, ma no non è un paese finito.
forse la smetteremo di avere paura, di chinare la testa pur di difendere questi quattro spiccioli.
e alzeremo la testa per dire basta, faremo due passi indietro imbarazzati forse, per pensare meglio a "come" stiamo pensando. per fermare questa deriva senza morale e senza onestà
non è l'economia che ci frena, siamo noi, con le nostre bassezze da paese sgangherato
forse decideremo di farlo per noi, forse e soprattutto per chi verrà dopo

grazie
Mathieu, per una tra le tante associazioni

una sera un ferroviere coraggioso


Un ferroviere verso le 19 del 30 marzo 2004, alla stazione ***, contravvenendo al regolamento e al buon senso, decise di portarsi in cabina un pacco da consegnare a una persona a lui sconosciuta alla stazione di **. Dentro quel pacco c'era un documentario dal titolo "i malestanti" che doveva essere proiettato grazie e per Documè. Il ferroviere sovversivo concluse la sua missione e quella sera un po' di persone ebbero l'opportunità di vedere un documentario che non avrebbero più rivisto da nessuna parte. Niente dvd, ne tv, ne distribuzione online. Ma cosa poteva fregare a quel ferroviere ? Eppure l'ha fatto.

Le tue parole secche e definitive, mi hanno smosso un sacco di cose e fra queste è ritornata fuori la storia del ferroviere.
Docum(è) questo. L'impossibile che diventa possibile.

L'aria amara è dappertutto purtroppo, ci attanaglia e soffoca il desiderio.
Ma certo non possono essere 4 *** che possono affossare tutto quello che la vostra esperienza ha dimostrato di poter fare.

Non ho voglia di scrivere epitaffi, penso invece sia necessario trovare altre strade.
In tutti questi anni quante realtà avete coinvolto? Quanti autori avete distribuito? Quanta gente è venuta alle vostre proiezioni? Quanti iscritti ci sono nella vostra mailing list?
Lanciate una sottoscrizione, un tot di euri a testa per sostenere questo progetto e intanto farlo respirare e vivere.
Chiedi agli autori di poter fare proiezioni con i loro lavori per far cassa. Noi ci stiamo.
La chiarezza delle tue parole, comunque, smuoverà le cose.

Non so butto lì cose a caso, ma io penso che Documé sia necessario.

Bravi per quello che avete fatto e per quello che avete scritto.
E' morto Documé. Viva Documé.

Un abbraccio fraterno
Luca

Cinemambiente


Caro Giuliano,
nonostante non ci siamo frequentati in questi anni ho seguito e stimato il tuo lavoro.
Ho letto con rammarico il tuo comunicato e la decisione di gettare la spugna.
Spero che sia una decisione reversibile e ti esorto ad andare avanti. 
I tempi sono duri ma possono sempre cambiare ma se chiudiamo adesso le nostre attività sarà difficile riprenderle in futuro.
RIpensaci, stringi i denti e vai avanti.
Un caro saluto
Gaetano Capizzi
direttore
Cinemambiente

associazione documentaristi

Caro Giuliano e  cari amici di Documè,
il lavoro che la vostra associazione ha svolto in questi anni è stato di grande importanza per il mondo del documentario italiano, per i suoi autori e produttori. Ha dimostrato che se ben ideato, ben organizzato e  ben promosso il lavoro distribuzione di film che la nostra televisione ignora e le sale snobbano, è possibile e, ancor più, atteso e voluto da un pubblico attento e sensibile. Negli anni la vostra associazione ha dato un grande e significativo contributo alla crescita del cinema documentario e dei suoi autori, che nel confrontarsi con un pubblico non strettamente di addetti ai lavori e appassionati, ha potuto migliorare la qualità delle opere.
Documè è stato un progetto pioneristico e innovativo ed è quindi ancora più avvilente venire a sapere della triste fine alla quale lo condannano le miopi poltiche culturali (se questa parola è applicabile) dei nostri enti pubblici, le incomprensibili lentezze burocratiche, i brutali e ciechi tagli di bilancio.
Doc/it esprime la solidarietà dei suoi soci e del suo direttivo alla vostra associazione, a voi, al vostro pubblico e a tutti gli autori e produttori che, con la vostra inattesa chiusura, resteranno senza uno spazio importante di visibilità e confronto. Inoltre, ancora una volta, Doc/it esprime tutta la sua indignazione per l'assenza di politica culturale di questo paese e l'accanimento con il quale le istituzioni preposte alla diffusione della cultura colpiscono proprio i rami più prosperi e produttivi.
un abbraccio da tutta Doc/it.

sabato 18 settembre 2010

dispiace

Dispiace. Dispiace per la vostra pionieristica realtà e dispiace per quelle che a ruota seguiranno.
Dispiace per la miopia del nostro paese.
Buona vita
Enrica Serrani

Film Commission
Cineteca di Bologna

aspettiamo il vostro ritorno

Purtroppo...
dalle vostre parti l'aria sta cambiando...
e se dopo sette anni questo progetto conoscerà il suo epilogo...
ciò significa che le istituzioni non hanno occhi per sentire...e nè orecchi per vedere...
con rammarico apprendiamo questa notizia...dal sito ildocumentario.it
Aspettiamo il vostro ritorno.... 

anonimo