sabato 18 settembre 2010

dove vedremo i documentari adesso ?

Non è giusto che Documè, il suo spirito, il suo pubblico, la sua sfida al conformismo della proposta culturale imperante, dissolvano senza lasciar tracce. Senza un funerale pubblico, senza un'adesione di categoria, senza consegnarci la speranza che la chiusura non sia solo un fallimento ma il termine di un ciclo di vita, oltre il quale un'altra vita l'aspetti. Senza rinascita. Che fare?

Documè è vitale per la nostra professione di documetaristi e per l'idea di cinema e cultura che credo accomuni molti di noi. Dobbiamo poter costruire il pubblico a cui vorremmo portare i nostri film. Questo pubblico è stato demolito dalla pessima televisione degli ultimi anni. Con il conformismo di oggi, il 99% della proposta culturale è tutta uguale, poco spazio resta per qualcosa di diverso. Se i prodotti culturali, pur sempre di più, fossero specie botaniche, la nostra vegetazione terrestre sarebbe un deserto. Così sta diventando il panorama di cinema e tv. Vi basta?

Documè ci ha insegnato che il documentario di creazione e il cinema del reale vanno accompagnati con cura. Conta chi sta dietro l'opera e come la proposta arriva allo spettatore. E conta anche lo spettatore, non un consumatore ma un interlocutore che pensa, fa domande, reagisce. Il pubblico che vuole provare questa esperienza può essere preso per mano. Documè faceva questo. E' un marketing poco crossmediale e molto artigianale dove ci si incontra e nell'incontro ci si arricchisce tutti e due. Senza Documè sparisce un'occasione importante di contatto con gli spettatori. Cosa ne sarà, senza?
E' scontato poi, che con Documè scompaia anche una possibilità per noi di vedere i film documentari che non facciamo noi. Dove li vedremo adesso?
niCcolò bruna
documentarista


Nessun commento:

Posta un commento