vi ho conosciuto tardi, pur sapendo da tempo delle vostre iniziative. Tuttavia, leggendo la vostra lettera il colpo allo stomaco è arrivato netto e l'angoscia mi ha avvolto come uno spettro, concreto, concretissimo. Ecco il risultato di una politica cieca, di rifiuto della cultura, di costruzione calcolata di corruttele ad ogni livello. Farvi punto di riferimento per la distribuzione organizzata di documentari e di promozione e diffusione fra gli autori, di lavori che "parlano" di fatti, storie e racconti vicini alla realtà, era per me (vecchio documentarista) un sollievo e un segnale di civiltà. Ed era un segnale vero per il futuro di quei tanti che vengono attraversati dalla sana passione del documentario. Dunque, tutto questo finisce ? Tutto questo fa un passo indietro e si rinchiude in un Sito ? Allora vuol proprio dire che i "barbari" della politica che decidono, non fanno parte di quella visione new generation alla quale si riferisce Baricco, ma sono proprio quelli che operano consapevoli del massacro che producono. Documè non salva nessun politico e la sua lettera è documentata, perciò tremenda e definitiva.
Ma io mi chiedo, tutto questo è accettabile anche dalla massa dei documentaristi torinesi e piemontesi ? Quanti sono ? e perchè rimarrebbero così arroccati e in silenzio di fronte a una impossibilità così violenta ? Vorrei chiederlo a tutti e vorrei ritrovarli insieme davanti a queste conseguenze, poi davanti alle istituzioni, decisi e presenti, poi ribadire sui giornali e sui media che questa è una vera BARBARIE !
Scusatemi, capisco che avrete già considerato ben altro di quello che suggerisco io, ma non sono disponibile ad allargare la braccia e lasciare che tutta la merda ci copra.
Spero di leggervi ancora, intanto invio i miei più cari saluti.
Teo De Luigi
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